Abbinamento che potrebbe sembrare classico, ma che è stato invece studiato attentamente prima di proporlo con un risotto all’asparagina e speck, sfumato con la stessa birra.
Nel risotto, la presenza dell’asparagina, fornisce sensazioni amare, astringenti e tanniche, al punto che risulterebbe azzardato un abbinamento col vino. La Tripel Karmeliet invece è una cervogia dal complesso bouquet floreale e fruttato, che rappresenta ancora oggi un buon prodotto nel panorama birrario internazionale. Prodotta con un’autentica ricetta del 1679, originaria dell’ex monastero carmelitano di Dendermonde, prevede l’uso di tre tipi di grani: frumento, avena e orzo. E sembra che questa particolare combinazione storica sia la miscela ideale!
Grazie anche alla sua bassa dose di luppolo, la dolcezza dei tre malti combinati insieme è infatti in grado di contrastare e bilanciare l’amaro dell’ asparagina. La presenza di esteri inoltre, percepiti come metafora di gusto fruttato, esalta la fragranza del turione, il fusto polposo e croccante di questo vegetale.
La frizzantezza inusuale per una ale belga, e la scarsa presenza di tannini, ben contrastano con le note legnose e acerbose dell’asparagina, mentre la dolcezza del malto limita la percezione di astringenza.
I malti della Karmeliet si combinano per di più egregiamente con le la note croccanti dello speck tostato creando un gradevole contrasto con la tipica cremosità del risotto, accentuata dalla mantecatura al Parmigiano Reggiano.
La Tripel Karmeliet, di colore oro chiaro e velato, appena versata forma un generoso cappello che presenta tutte le caratteristiche peculiari di un’ottima di schiuma bianca.
Al naso emerge, in modo prevalente, un aroma intensamente maltato, e un complesso bouquet floreale e fruttato, nel quale risulta facile perdersi come tra le braccia di un’affascinante danzatrice orientale: spezie quali il pepe bianco, lo zenzero, i chiodi di garofano, il coriandolo, e la vaniglia; sentori di frutta come banana, albicocca, scorza d’arancia, pesca, melone, mela rossa. Ma così come Ulisse resistette al canto seducente delle perfide sirene, si passa oltre per ritrovare la ragione e iniziare a sorseggiare questo liquido brassato in Belgio.
Il corpo è rotondo; la cervogia risulta dolce e frizzante in bocca, con malto e frutta in evidenza. Anche i toni zuccherini si sposano bene con il miele di acacia aggiunto tra gli ingredienti del risotto.
Soprattutto al primo impatto, colpisce con un tocco amarognolo; successivamente però si sprigionano i toni fruttati, la pesca e la mela su tutti. Il retrolfatto ricorda il tè alla pesca e, in bocca, al contrario del primo impatto amaro, la birra riesce comunque a essere secca, elargendo generosamente un gradevole finale abboccato in cui salgono delle lievi note di malto tostato e una finitura aspra, metafora di gusto di banana e pesca acerba.
La Tripel ha qualità che si abbinano egregiamente alle caratteristiche chimiche dell’asparago e dell’asparagina, dando origine a una sinergia tale da far pensare che i monaci delle abbazie trappiste delle Fiandre, cercassero proprio una bevanda da unire a queste piante che erano considerate pregiate.
Per chi me lo richiede, posso mandare la ricetta del piatto in formato PDF.